C'era una volta, nel mondo pre pandemia, un piccolo disco, "County Seat", edito da uno sconosciuto cantautore dell'Alabama, Will Stewart. Eravamo nel 2018 e il dischetto mi lasciò abbastanza soddisfatto, anche se mi pareva il solito prodotto "americana". In realtà, il lavoro crebbe moltissimo, tanto da diventare uno dei miei dischi "roots" preferiti degli ultimi anni. Durante questi quattro anni difficili, ho avuto modo di conoscere meglio Will, di apprezzarne le doti umane e le doti musicali: è un ragazzo che non si ferma certo alla musica tipica dei suoi luoghi e, per esempio, è un grande appassionato di jazz. Tutto questo si riflette nel peso specifico dei suoi album, perché anche quando sembra che la canzone sia banale, in realtà c'è sempre un rimando importante, una costruzione musicale efficace. "Slow Life", secondo lavoro, se si esclude un EP nel mezzo, riparte da dove "County Seat" aveva lasciato: mezz'ora di musica, dieci canzoni, la stessa band. Già questa è un'ottima cosa, visto che Stewart non stravolge la sua musica e fa bene: il tessuto è meno roots del precedente, il suono è corposo, più rock che "americana", la chitarra elettrica di Will taglia le canzoni come un fantasma elettrico dietro al tessuto sonoro importante, così come la sua voce, una via di mezzo fra Dylan e Tweedy (e qualcosa di certi Wilco, si può trovare), che è allo stesso livello degli strumenti, ma che, in fondo, funziona bene. Il resto lo fanno le canzoni che, proprio come in "County Seat", crescono tantissimo ascolto dopo ascolto: brani come "New World Daydream", la stupenda "You're Not Fun Anymore", l'agrodolce "Just Be Sweet" o la pastorale "Nothing's Right", che pare un outtake del Dylan dei primi anni settanta. Ecco, il suono porta proprio in quel decennio, per una serie di brani che portano in risalto gli strumenti e la voglia di suonare, prima delle diavolerie dello studio di registrazione. Un album musicalmente essenziale, se vogliamo, anche se non lo è affatto. Un album bello, con momenti eccellenti. Non so dove potrà portare Will Stewart, ma la sua musica meriterebbe davvero più fortuna. Cercatelo e fatelo vostro, esattamente come per "County Seat".